L’antico nome era San Benedetto in Polirone, in riferimento all’abbazia benedettina intorno alla quale è collocato il paese, sorta in origine su un isolotto formatosi nell’alveo del Po, alla sua confluenza con il fiume Lirone, ora interrato.
L'asparago veniva coltivato nell’Oltrepò mantovano già dai monaci del Polirone, come testimoniato dalla presenza di una “sparagiaia” rettangolare, di dimensioni considerevoli, in una mappa dell’Abbazia del XVI secolo.
Continua a leggere...Il ragù d'anatra muta è un piatto tradizionale della cucina contadina mantovana. Questa tipologia di anatra trova infatti il suo habitat naturale negli stagni, canali e acquitrini tipici del paesaggio mantovano. Sovente era allevata anche nelle corti, insieme agli altri animali domestici.
Continua a leggere...La Torta Tagliatella è un dolce squisitamente autoctono di antiche origini: infatti questo piatto si trovava già sulla tavola dei Gonzaga.
Continua a leggere...Istituito nel 2005, il Parco si estende su una superficie di circa 1.200 ettari nei territori dei comuni di Quistello, Quingentole, San Benedetto Po e Moglia, e racchiude sistemi agricoli e ambienti naturali fluviali. l’area protetta si caratterizza per gli aspetti geomorfologici del territorio dominato dai tormentati meandri del fiume, e per la presenza di imponenti manufatti idraulici che testimoniano la millenaria opera di governo delle acque delle genti dell’Oltrepò Mantovano.
Continua a leggere...I tortelli di zucca sono uno dei piatti tipici della tradizione mantovana e sicuramente uno dei piatti più conosciuti in Italia, anche perchè legati alla tradizione natalizia
Continua a leggere...Il museo, fondato nel 1977, è uno dei maggiori musei etnografici d’Italia, il più importante a livello regionale.
Continua a leggere...Del monastero, fondato nel 1007 da Tedaldo di Canossa e soppresso nel 1797 ad opera di Napoleone Bonaparte, rimangono tutti i luoghi più caratteristici della vita monastica, oggi interamente restaurati e inclusi nel percorso di visita museale, per un esperienza immersiva nella Regola benedettina scandita dal motto “Ora, lege et labora”.
Continua a leggere...Santa Maria di Valverde, un tesoro gotico-romanico nelle campagne di San Benedetto Po, era un tempo dipendenza dell’Abbazia polironiana, fungendo da piccolo monastero aggregato. Il luogo, ora di proprietà privata, ancora oggi incarna il nome che lo definisce: una verde distesa di prati e coltivazioni, in mezzo alle quali si erge la chiesetta, la cui forma attuale risale ad un restauro del 1445. La decorazione interna, costituita dal grande affresco absidale, rappresenta l’Annunciazione con la figura del Padre Eterno sull’estradosso e busti di profeti sull’arco, è databile alla metà del XV secolo.
Continua a leggere...Una lettera del 30 luglio 1480 del “fidelis” fattore Antonius Albrici ci dice come già a corte i meloni fossero apprezzati: si preannunciava al marchese Federico I di Gonzaga e a sua moglie Margherita di Baviera, l’invio, quale primizia, di nove meloni dalla “melinara” della corte di Dosso dell’Inferno.
Continua a leggere...Si tratta del primo esempio di villa-castello realizzato dai Gonzaga, divenne poi cascina di caccia del ramo cadetto dei Gonzaga di Vescovato e infine residenza nobiliare e di prestigio. Fu abitato fino agli anni Sessanta del secolo scorso.
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